Rimini…Non solo Mare

Rimini…Non solo Mare

Quando si parla di Rimini il pensiero corre subito alla sua immensa spiaggia, ai locali e al divertimento. Ma questa città, che è stata la capitale della signoria dei Malatesta, è anche un piccolo scrigno d’arte, con tanti capolavori che vanno dal periodo romano a quello rinascimentale. Ho passato lì quattro giorni, la scorsa settimana e, tra qualche occhiata di sole , nuvoloni neri e brume dal sapore ancora invernale, ho apprezzato moltissimo alcuni suoi angoli.

Borgo San Giuliano

Innanzitutto Borgo San Giuliano, che era l’antico quartiere dei pescatori, nato intorno all’ anno Mille.

È stato un piacere passeggiare tra le sue stradine e piazzette,in cui ritrovare l’atmosfera tipica raccontata da Fellini nei suoi film. Sui muri delle casette, esempio dell’ antica edilizia popolare e oggi perfettamente ristrutturate,si possono ammirare i variopinti murales, dipinti da pittori riminesi,che rappresentano i film e la vita del regista. Ma questo quartiere è anche il luogo adatto per gustare i piatti tipici della cucina romagnola ( piadine e cassoni squisiti!!).

Percorrendo le vie del borgo si sbuca al ponte di Tiberio,(21 d.C.),in pietra d’Istria, che colpisce per la grandiosità della struttura e il disegno architettonico. Recentemente è stato creato un bacino chiuso del fiume Marecchia circondato da una bellissima zona verde in cui è piacevole e rilassante sostare.

Rimini e le sue bellezze

Ho avuto anche l’occasione di visitare il teatro Amintore Galli, capolavoro neoclassico inaugurato da Giuseppe Verdi nel 1857. Lesionato dai bombardamenti nel 1943, dopo anni di abbandono, è tornato ora al suo antico splendore.

Ma Rimini offre molto altro ancora: Castel Sismondo con al suo interno il Fellini Museum, la Domus del chirurgo, l’arco di Augusto, i palazzi dell’ Arte.

E non si può non godere di una piacevole passeggiata nel nuovo Parco del Mare, i 16km di lungomare riqualificati con piste ciclabili e pedonali ed isole fitness.

Insomma non solo mare ma una città da vivere pienamente!

Alice Norcini

“Bellaria reportage con gli occhi di Panzini” un amarcord di “bellezza”

“Bellaria reportage con gli occhi di Panzini” un amarcord di “bellezza”

Il nostro amico-collega Mauro Bianchini in vacanza a Bellaria, Rimini, ci ha inviato questo contributo: “Bellaria reportage con gli occhi di Panzini”, scritti di Marco Antonio Bazzocchi e fotografie di Valentina. Ecco il racconto…

L’affetto di Panzini per Bellaria

(RN) – E’ una incantevole passeggiata di straordinaria delicatezza ad aprire “Bellaria reportage con gli occhi di Panzini” con scritti di Marco Antonio Bazzocchi e fotografie di Valentina D’Accardi (Edizioni Pendragon, pp. 61, Euro 12). Passeggiata descritta, in apertura e in chiusura del libro, dalle parole di Alfredo Panzini (Senigallia 1863-Roma 1939) che si era trovato, a seguito del padre medico condotto a Rimini, a vivere infanzia e giovinezza in quel di Bellaria tornandovi in seguito per trascorrere le vacanze estive. Tanto era intenso il suo legame con la terra di Romagna che morto a Roma, secondo suo desiderio, fu sepolto a Canonica di Santarcangelo. “Credete, si sta benissimo a Bellaria, e chi vi è vissuto una volta, vi ritorna”, così dichiarava Panzini a Il Resto del Carlino il 23 luglio del 1914, ribadendo su la Lettura, inserto del Corriere della Sera nel 1931 “Noi, nati sull’Adriatico, lo amiamo il nostro mare…E’ un mare temperato in clima temperato. Non ha visioni tragiche; non ha vele nere; non ha falase; non ha fiordi: le sue onde, quando si dilatano su la spiaggia, non investono con furore, ma dolcemente, e par che dicano: con permesso”.

“Bellaria reportage con gli occhi di Panzini”
E’ con gli occhi di Panzini che Bazzoli accompagna il lettore, affidandosi alle foto di Valentina D’Accardi a cogliere l’intimità di luoghi lontani dalla percorrenza dei villeggianti. Così due sedie vuote paiono definire una serena e silente solitudine al pari di una bicicletta accostata ad un muro di una casa, in attesa del ritorno del suo proprietario. Dalle sagome in controluce di alcuni pini silvestri, si passa alla soavità del mare d’inverno. Da questo Amarcord di struggente bellezza, si arriva alla quiete della Casa Rossa dove Panzini si ritirava; piccolo mondo entro il quale ruotava tutto il suo affetto per Bellaria

“Bellaria Reportage con gli occhi di Panzini” scritti di Marco Antonio Bazzocchi, fotografie di Valentina D’Accardi.
(Edizioni Pendragon, pp. 61, Euro 12)

Mauro Bianchini

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