Sala Stemmi anche al Castello di Saint Pierre…Dovunque è Legnano 2

Sala Stemmi anche al Castello di Saint Pierre…Dovunque è Legnano 2

Lo sapevi che al Castello di Saint Pierre esiste una sala degli Stemmi dei nobili del territorio?. E’ stata questa un’altra scoperta della mia visita in VDA. Il collegamento con Legnano viene spontaneo dove, esiste la sala stemmi, in questo caso legato alle città d’Italia…Questo è uno dei piaceri del viaggio: la scoperta…

La Sala degli stemmi
Ho/abbiamo visitato il Castello di Saint Pierre, noto per il suo museo regionale di Scienze naturali Efisio Npussan, ma e soprattutto per me, per la sua storia ed architettura. Il castello/Museo è composto da 16 sale. Inutile dire che quella che mi ha coinvolto di più è stata la sala n. 1, ovvero la Sala degli Stemmi. L’emozione e l’orgoglio sale a mille, perchè anche a Legnano abbiamo la Sala degli stemmi delle città/provincie italiane. Qui , si presentano in numero ridotto, ovvero 37 ed afferiscono ai vari nobili di Saint Pierre che si sono succeduti.
Gli affreschi, sono stati commissionati dal Barone Bollati, uno degli ultimi proprietari della “fabbrica”(comprende una chiesa, ex-stall)e, dopo i baroni di Saint Pierre/Roncas,
La posizione strategica del Castello, e la sua imponenza, nei secoli ha impedito l’avanzata dei nemici verso la Vallè e la Savoia. Ma il castello offre veramente tanto…

Il Castello/ Museo Saint Pierre
Il castello, costruito nel 1175, è arroccato su uno sperone roccioso marmoreo e domina il borgo di Saint-Pierre. Esternamente appare come un unico corpo di fabbrica di forma più o meno rettangolare, composto da più edifici costruiti in epoche diverse. . È sormontato agli angoli da quattro torrette decorative a pianta circolare collegate tra loro da un camminamento sorretto da una serie di archetti, aggiunte al castello durante il restauro di Camillo Boggio alla fine del XIX secolo. Nel lato nord gli edifici sono a picco sullo sperone roccioso, mentre il lato sud si affaccia su un piccolo cortile circondato da una cinta muraria merlata. Ai piedi del castello, addossata al lato meridionale dello sperone roccioso, si trova la chiesa parrocchiale di Saint-Pierre. L’edificio attuale è stato ricostruito nel 1872 sulle fondamenta di diverse chiese precedenti, la più antica delle quali risaliva a prima dell’anno mille.Tra la chiesa e il castello si trova l’antico campanile romanico risalente al XII secolo. Ora il Castello è meta di turisti, studiosi che possono ammirare, come me/noi, l’architettura, le sale, il Museo dedicato ad un visionario “Efisio Noussan”. Grazie

IL MUSEO Efisio Noussan
Il museo regionale di scienze naturali fu istituito il 20 maggio 1985, con legge regionale n. 32 e fu inaugurato e aperto al pubblico il 1º giugno dello stesso anno. La sua storia però inizia molto tempo prima quando, nel 1905, la Société de la Flore Valdôtaine, fondata nel 1858 dai canonici Georges Carrel e Édouard Bérard, diede vita ad un museo privato con lo scopo di studiare e divulgare le scienze naturali e la geografia fisica della Valle d’Aosta. La Société operò inizialmente sotto la guida del canonico Pierre-Louis Vescoz, coadiuvato da altri naturalisti come l’abate Joseph-Marie Henry, presidente della società scientifica per un quarantennio, ed il botanico Lino Vaccari. Il Museo trovò nel tempo collocazione in sedi diverse. Successivamente divenne presidente Efisio Noussan, imprenditore a tutto campo, mecenate che valorizzò il Museo e, agendo sulla comunicazione, sui suoi contatti internazionali, portò qui specie rare e diede vita all’attuale assetto.
Il Museo utilizza i percorsi attuali che permettono di integrare l’arte, l’architettura, la natura fino a raggiungere emozioni straordinarie grazie alla costruzione di sale immersive/interattive…

LE SALE
Le 16 sale , dalla sala degli stemmi, alla sala dell’acqua, alla sala del tempo, alla Sala Noussan , la sala della Foresta/bosco, fino a quella delle Emozioni che compongono il percorso artistico, architettonico, scientifiche sono tutte belle e ben approntate (vedi link a tutte le sale).
Il percorso racconta la storia del castello, la ricchezza biologica e le peculiarità ambientali della Valle d’Aosta ed è un vero e proprio viaggio di conoscenza per il pubblico.
A me/noi, hanno colpito alcune sale.
La sala n.1, Sala degli Stemmi, mi è entrata nel cuore perchè anche a Legnano, abbiamo la sala stemmi. Qui ci sono 37 simboli associati ad altrettanti nobili o casati della Valle d’Aosta che hanno fatto grande e tutelato questo territorio.
Poi la sala delle emozioni/foresta ovvero quella del Bosco/foresta “interattivo” tra il diurno e notturno.
Infine la sala delle Emozioni 2 , l’ultima. Mi/ci siamo veramente immersi nella natura della Valle d’Aosta. Da vedere assolutamente prima di infilarsi nella trompe d’aoil straordinaria. . Vi invito veramente a visitarlo (Da Legnano o Milano dista meno di 2 ore con uscita a Aosta Ovest direzione Saint Pierre –

La STORIA
Il castello di Saint-Pierre è uno dei più antichi della Valle d’Aosta e la sua esistenza è citata per la prima volta in un documento del 1191. Esso deve il nome ai suoi primi proprietari, i De Sancto Petro, ai quali si devono le due torri ancora presenti. Nei secoli successivi il castello passò in mano a diverse signorie, tra cui i Signori di Quart (ex de Porta Sancti Ursi), i Savoia e gli Challant, ognuna delle quali fece costruire o modificare porzioni dell’edificio a seconda delle proprie esigenze, finché nel 1600 l’intera proprietà fu acquistata dalla famiglia Roncas. Pierre-Philibert de Roncas ampliò il castello trasformandolo in una sontuosa dimora. Le modifiche architettoniche più evidenti furono però realizzate alla fine del XIX secolo, dopo che il castello fu acquistato nel 1873 dal barone Emanuele Bollati di Saint-Pierre . Il castello era in condizioni di forte degrado, dopo essere stato trascurato per anni dai precedenti proprietari, e il barone Bollati incaricò della sua ristrutturazione l’architetto piemontese Camillo Boggio affinché la trasformasse in una residenza estiva. A lui si devono le trasformazioni che hanno dato al castello il suo attuale aspetto quasi fiabesco, come l’aggiunta delle quattro torrette decorative agli angoli del mastio.

Cogne: una delle perle della Valle d’Aosta

Cogne: una delle perle della Valle d’Aosta

Una vacanza in Val d’Aosta merita…Perchè è un tuffo nella natura, siamo dentro il Parco Nazionale del Gran Paradiso, perchè è un viaggio nella storia e poi se becchi una giornata come quella occorsa a me/noi, diventa tutto “brillante”…Ti racconto…

Cogne centro

Cogne…Una perla della Val d’Aosta

Per il ponte di Pasqua, ci siamo permessi una vacanza in Val d’Aosta.

Dopo il sole delle Canarie, avevo voglia di immergermi nella natura “verde” del Parco Nazionale Gran Paradiso. Conosco da anni Cogne e la scelta è stata facile.

Ci son venuto in camper sostando tra il Centro ed il Camping Valnontey, ma questa volta abbiamo deciso, con Tella ed il Fido Aramis, di prendere “casa” a Baravot. (vicino e “costa meno”). E la perla non mi ha deluso.

Le puntate: i prati innevati di Sant’Orso dove far scorazzare Aramis, il centro con la “prepositurale ” Sant’Orso e poi un salto al Gran Paradiso…dove abbiamo osservato un branco di camosci…

Chiesa prepositurale Sant’Orso
La parrocchia attualmente in stile tardo barocco è dedicata a Sant’ Orso, sacerdote valdostano vissuto tra il VII e l’VIII secolo che, secondo la tradizione popolare avrebbe bonificato la località, originariamente inospitale. Un ruolo importante in questo senso potrebbero aver avuto, piuttosto, i canonici della collegiata aostana di Sant’Orso, alle cui dipendenze la parrocchia figura già nel 1184. I canonici detennero la parrocchia fino al 1820, anno in cui ogni diritto passò al vescovo.
Nel 1642 l’edificio assunse l’aspetto attuale, in seguito a lavori di ampliamento. Il campanile fu costruito nel 1840, dopo che il vecchio fu abbattuto per problemi di altezza e di stabilità. La chiesa è a pianta regolare. L’interno, ad una sola navata, ridecorato dal pittore Pirlato nel 1960, conserva preziosi altari settecenteschi in legno scolpito e dorato, a colonne tortili.

Prati innevati di Sant’Orso e il Centro
Appena arrivi a Cogne non puoi non fermarti ai Prati di Sant’Orso, sia d’inverno sia , e ancor di più, d’estate. E’ quello che è successo a noi. Qui il fido Aramis si è lasciato andare in corse, si è “tuffato” nella neve…ha giocato come un “pazzo”!
Raramente si vedono ancora distese di prati così ampie, sia con l’erba sia con la neve. Pochi luoghi al mondo dispongono di un vero e proprio parco giochi naturale dove i bambini, i nostri amici a 4 zampe, possono correre e giocare in tranquillità, dove le grandi competizioni invernali trovano un palcoscenico ideale. Rimasti incontaminati da decenni i prati di Sant’Orso rappresentano a pieno l’identità del paese; una sorta di museo vivente caratterizzato dai profumi delle erbe e dai gesti dei contadini. cafe de Cogne
E poi un salto in paese con le tipiche case in legno e se sei baciato dal sole…E’ tutta nata storiia(cit. Pino Daaniele)

Il Parco Nazionale del Gran Paradiso
E dopo il giretto, il brunch in piazza al @CafedeCogne, un salto è d’obbligo a @ValNontey, nel cuore del Gran Paradiso…alla scoperta di …
Qui una sosta al bar du Village e attraversamento del fiume, passeggiata per il Giardino botanico Paradisia (chiaramente chiuso)…ma sempre foriero di sorprese. D’estate avevamo visto Stambecchi e marmotte e chissà… se ora fossimo fortunati…
Dopo un po di “peregrinare” ecco che ai nostri occhi, allertati dal fido Aramis (era un po’ che guardava fisso nelle rocce adiacenti al fiume), appare un branco di camosci. Due, tre…fino a 10 che arrivano quasi fino al fiume. Sono in cerca di erba, che purtroppo ancora non c’è, di radici…E qualcosa trovano. Anche Aramis, che generalmente rincorre le prede si è fermato ad osservare(anche perchè è vero che loro scappano alla presenza dell’uomo, ma con il branco avrebbe avuto la peggio…ma questa è un’altra storia (sempre Daniele)…Ri-torniamo a casa a Baravot felici di questa osservazione, senza trascurare, lungo il percorso il Castello di Aymaville, la chiesa di Saint Legier, ed il castello di Sarre, che visiteremo in questi giorni…

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