Pronti, partenza e…via: nuova esperienza in camper. Il tour austro-ungarico-sloveno.

Pronti, partenza e…via: nuova esperienza in camper. Il tour austro-ungarico-sloveno.

Dopo gli ultimi controlli dell’amico-patron di Camper Legnano, Matteo, si parte per il viaggio in Europa alla scoperta della frontiera Austro-Ungarica-Slovena. A dire il vero il progetto inizialmente prevedeva di “scendere” fino in Albania, passando per Croazia e Montenegro, ma le alte temperature registrate in questi giorni( oltre 43 gradi percepiti!), mi/ci hanno fatto desistere. Ecco le prime tappe del mittle-europa-oltre frontiera con particolar riferimento all’Austria tirolese-salisburghese e centrale. Le tappe: Innsbruck, Salisburgo e Lake-zone, ovvero Wolfgangsee e estensione Bad-Ishl capitale Europea della Cultura, nostro obiettivo austriaco, Aramis compreso. Ecco il racconto…

Innsbruck : prima tappa
Siamo “innamorati” di Innsbruck da quando i bambini-ragazzi viaggiavano con noi. E’ piccola, pulita, con il fascino del fiume Inn evergreen. Per motivi logistici ci posizioniamo e pernottiamo in una bella area di parking per camper adiacente al centro nevralgico della Croce-rossa. Sebbene ultimamente “trascurata” da qui è strategico per andare a piedi in centro, utilizzando le “promenade” della riva Gouche e Droite dell’Inn. (il fiume che bagna Innsbruck che le ha dato il nome).
Il mattino seguente siamo pronti per il Tour utilizzando la bella pista pedonale che da…cin porta dritto dritto in centro, attraversando la bella zona universitaria. Qui, la prima sorpresa. Spazi di accoglienza ben tenuti per “mirar” il grande fiume. Poi in men che non si dica, raggiungiamo prima il “Tetto d’Oro”, Il Museo e Torre dell’Orologio e le adiacenti chiese. Non vogliamo fare il Tour “spirituale” e ci accontentiamo della visita con osservazione dei particolari del “Tetto” con relativi selfie (non siamo i soli). Poi da li a poco la visita “volante” sulla torre dell’Orologio, già visitata e ri-visitata, ma da li, la vista della città, merita. Il tempo di un break al bar centrale con annesso “Strudel-tirolese” , giro sotto i portici, ci accorgiamo che è ora “tarda” . Cena in un ristorantino alla buona sulla promenade con gli immancabili Pretzel, birra “Tirolese”, i Knodel e gli immancabili “pasticci dell’Imperatore. Purtroppo arriva anche la pioggia e ci rifugiamo nella nostra “alcova-camper” dove ad accoglierci, il fido Aramis

Salisburgo la “fine”
Tappa successiva, di alcuni giorni al @campingaigen” a cinque chilometri da Salisburgo dei coniugi Thomas e Sara, che hanno trasformato il loro terreno in camping. Il tempo di capire, riprendendo in mano la “viturpata” mappa cartacea di Salisburgo con le sue bellezze e siamo pronti per la nuova esperienza utilizzando l’autostrada che ci fa passare prima dalla Germania, “lambire” il lago di Rosenheim per farci “rientrare” in Austria. In questa antica città del sale, lambita dal fiume Salz, ci siamo già stati, però la tappa vale…sempre. Di buon mattino con il “filobus” n. 7 si “vola”  nella città. Subito, appena scesi si nota la “finezza”, la cura. Le sue stradine con le insegne in ferro battuto curatissime, i garthen in vicoli e “anfratti” impensabili ti accolgono e ti “viziano”. E noi veniamo “viziati”, come al caffè “Tomaselli” in zona Dom. E da li a poco, viviamo un’esperienza unica: alle 1 2 assistiamo al concerto per organo in Duomo dedicato a L.Wolfang Mozart. Opere che “arieggiano” nella cattedrale nominata nel 776, poi nel 1676 eseguite da due bravissime organiste nel “OrgelKonzert” dedicate a Bach, Mozart e Malher. Mi si accappona ancra la pelle!.
E poi da li a poco, attraversate le varie piazze dell’area del Dom, in Funiculare in pochissimo siamo sul Honen, la fortezza che sovrasta la città. Qui giro al Museo partendo dal medioevo, le evoluzioni delle armi, le battaglie, i cavalieri fino alla prima guerra mondiale 1915-18 che ha visto l’Italia vincitore e che ha contribuito all’abbattimento dell’impero Austro-Ungarico.

La zona deli laghi: dall’Attersee fino al Wolfang See con vista a Bad-Ishl

La tappa attesa e nuova è senza dubbio Bad-Ishl. Quest’anno la cittadina a sud di Salisburgo ed a metà strada da Vienna, è Capitale Europea della Cultura. Da maggio a dicembre tanti eventi nell’evento dove al centro c’è la voglia di emergere, valorizzare le bellezze date dalle montagne ma anche dai laghi e poi la storia ed identità della città, partendo da Sissi. Ci siamo fermati al @paradise-Wolfgang-camping perchè non abbiamo trovato nella capitale della cultura, ma le distanze sono davvero “risibili”.  Qui si gode della bellezza. Il campeggio è a picco sul lago. Un lago trasparente, un lago di montagna dove si puo’ godere di relax all’ombra, dopo le “calure” della città meneghina. Abbiamo fatto un giro e le piste ciclabili e pedonali sono veramente eccezionali e “girano” attorno al lago di Wolfgangsee (si narra che qui Wolfgang Mozart abbia mosso i primi passi). E chiaramente ci siamo “tuffati” nelle fresche, verdi e dolci acque!

Una serata “toccante” a Donne In•canto con Marta Ferradini Quartet

Una serata “toccante” a Donne In•canto con Marta Ferradini Quartet

Una serata straordinaria  e toccante al Castello di Legnano con Marta Ferradini Quartet in “Di Rose e di Spine” Live, un viaggio nella musica d’autore italiana e francese. Salvatore Forte attuale presidente della fondazione Ticino Olona ha dedicato il concerto ad Alberto Lazzarini consigliere e fondatore della Fondazione Ticino Olona, recentemente scomparso. A metà percorso un primo bilancio del direttore artistico Giorgio Almasio. Seguimi…

Donne  In•canto 24

Seguo Donne  In•canto dalla prima edizione, il festival al femminile di Giorgio Almasio che tra i vari valori ha quello di creare “sinergie” con le amministrazioni comunale, ben 14 con Parabiago Comune Capofila, il territorio e i partners ovvero imprenditori locali “visionari”  (nonché con le scuole dell’altomilanese). Quest’anno, come ogni anno, è dedicato alla francese Joséphine Baker e alla afro-americana Nina Simone ed a Lei/loro si è ispirata Marta Ferradini nel suo “progetto” per Donne  in•canto al Castello di legnano. .

Tra le tante cose che a me piacciono, oltre alla “sinergia-rete” tra pubblico privato, c’è la solidarietà verso chi è in difficoltà e che il festival, dietro prenotazione, è completamente gratuito (cosa rara oggi!). Questi valori sono stati rafforzati dal Presidente di Fondazione Ticino Olona che ha annunciato: “Questa sera abbiamo raccolto 1200 euro che andranno a chi è in difficoltà. Colgo l’occasione per comunicare cheil concerto è dedicato ad Alberto Lazzarini, fondatore della fondazione , recentemente scomparso”.

Il Concerto di Marta

E dopo le emozioni per le dediche del presidente Salvatore Forte, le altre emozioni sono arrivate dalla location, una luna “invadente” ha fatto da compagnia alla serata, e dalla voce di Marta Ferradini, che ha “toccato” dentro ognuno di noi presenti e non si è risparmiata. Marta Ferradini, Interprete e docente, a fine serata ha salutato una sua amica universitaria, la legnanese, Aurora Re. E per la parte artistica, Marta, figlia d’arte con Simone Rossetti al Violini, Luciano Pesce alle tastiere, Porro Marras alla chitarra, hanno proposto un percorso nella canzone cantautorale italiana ed internazionale dedicata alla emancipazione della donna e non solo! Marta ha “sciolto il “caldo” con “Maria Rossa (richiesta anche nel bis con  …), e poi un viaggio nella migliore musica italiana e cantautorale come “L’anno che verrà” di Dalla, rivista e ri-studiata( rivoluzionaria!), oppure “Teorema” reinterpretata in chiave soft nel finale. E durante il concerto, dedica a Joséphine Baker con “Vieux” e a Nina Simone con la toccante “Feelin Good”. La sua musica è di denuncia verso i ritmi frenetici, la distruzione dell’ambiente, l’amore che per Marta, ed anche per me, è come “Una Rosa che ha tante spine”. Devo dire che da tempo non ascoltavo musicisti che in prima persona si mettono in gioco. Poi brani inediti o alcuni scritti con papà Marco. “Figlia d’arte non mente” ma ieri ho sentito tanto tanto di Marta. Grazie!

Rane nella pancia

Le interviste

Prima del Concerto, non potevo non scambiare due battute con i protagonisti della serata, Ovvero Giorgio Almasio direttore artistico, Salvatore Forte, presidente della Fondazione Ticino Olona e l’assessore alla cultura del Comune di Legnano, Guido Bragato ed ovviamente Marta, che si è trattenuta fino a tarda serata con Fan, giornalisti e non ha disdegnato Selfie, compreso il Sindaco, Lorenzo Radice giunto successivamente.
“Siamo arrivati alla fine del primo ciclo ed abbiamo avuto sempre sold out. Vuo dire che il festival  Donne  in•canto è atteso e soddisfa i cittadini che restano in città. La rete funziona e con la Fondazione c’è un legame molto stretto perché abbiamo le stesse finalità”, ha affermato il direttore artistico.
E di finalità, ne ha parlato anche il presidente di Fondazione Ticino Olona, Salvatore Forte che ha aggiunto” Il nostro obiettivo è di creare comunità nella solidarietà Questi eventi aiutano ed aiutano a far cultura…al femminile”. E di attenzione alle donne, ne ha parlato, in chiusura anche l’assessore di Legnano, Guido Bragato: “Il tema della donna ci sta molto a cuore. Ben vengano festival come Donne  in•canto che sono attenti al problema della questione femminile”
(Per altre interviste vedi canale YT Iviaggi di enzo)

Donne e solidarietà

Donne e solidarietà: il festival guarda anche a chi è in difficoltà. Dedica una parte degli introiti con donazioni alla “Valigia di salvataggio”. E’ un progetto ideato da Barbara De Rossi nel 2017, che accoglie le donne vittime di violenza ed il termine valigia realmente è una valigia pronta con “cose” di prima necessità per chi deve “scappare” dalla violenza.
Il direttore artistico Giorgio Almasio ha ricordato che dal 2017 a oggi il Festival ha raccolto 25.000 euro

Curiosità

Il periodo: da maggio a ottobre (circa 6 mesi di cultura diffusa con in finale, l’assegnazione del Premio “Donna In•canto 4ª Edizione”.

Dove. Essendo diffuso riguarda 14  comuni dell’Altomilananese a partire da Parabiago.

Il Manifesto di Marta
Sold out per “Il Palio del Centenario in tredici capitoli” di Fondazione Palio di Legnano

Sold out per “Il Palio del Centenario in tredici capitoli” di Fondazione Palio di Legnano

Presentato nel gremito cortile della Sala Ratti, a fianco della sede della Fondazione Palio di Legnano, il docufilm realizzato da Giancarlo De Angeli “Il Palio del Centenario in tredici capitoli”. Il maestro e storica voce del Palio fa un viaggio in questa edizione coincidente con i festeggiamenti per il Centenario di Legnano città (1924-2024).
In tredici capitoli, con una dedica a Chicco Clerici, ha documentato la nostra eccellenza coinvolgendo i presenti. A breve il docufilm disponibile sui canali della Fondazione e non solo…

Il Progetto “Il Palio del Centenario in 13 capitoli”

La Fondazione Palio di Legnano, ha voluto lasciare “Memoria” del Palio del Centenario in occasione, anche dei festeggiamenti, di Legnano città (1924-2024). E non poteva esserci scelta migliore per la realizzazione del Docufilm “Il Palio del Centenario in tredici capitoli” di affidarsi a Giancarlo De Angeli, voce storica del Palio, Commentatore di diverse reti televisive e grande “regista” dei nostri eventi locali, Palio di Legnano compreso.

A tal proposito ne ha parlato, durante la presentazione, il vicepresidente di Fondazione Luca Roveda, affiancato da Massimiliano Roveda e Alberto Romanò.

“Questo docufilm rappresenta la nostra manifestazione di eccellenza  e ci siamo affidati ad un professionista, Giancarlo De Angeli, per evidenziare i vari momenti della stessa.
Grazie alla Famiglia Legnanese, al Comune, al Collegio dei Capitani e delle Contrade, ai contradaioli, alle Associazioni legnanesi, e sono tante, vogliamo contribuire ad iniziative utili e significative per la nostra città.

Grazie a questa rete solidale e collaborativa, Legnano si distingue come un sistema di valore dove ognuno può fare davvero la differenza”. Grazie.

Il Docufilm di Giancarlo De Angeli & Co
Il Docufilm di Giancarlo De Angeli  realizzato in tre mesi, ha visto un Team composto da Giancarlo De Angeli, Mario Digiglio, Danilo Liquindoli e Alessandro Canavese.
Ecco le parole di Giancarlo alla nostra intervista esclusiva: “Il progetto è paragonabile ad un matrimonio perché anche quando ti sembra tutto pronto, non sai mai come finisce. Cosi volevo raccontare il dietro le quinte, le emozioni, la passione con la voce dei protagonisti, a partire da Chicco Clerici, al quale abbiamo dedicato un intero capitolo, doveroso. Grazie allo staff e grazie alla Fondazione che ha creduto in noi”

Ed a crederci è stata tutta la comunità al punto di realizzare due momenti della proiezione nel cortile della Sala Ratti, vista la richiesta che ha visto due sold-out nonostante la “calura”. A tal proposito ora, a cura di Fondazione, dobbiamo diventare autorevoli e con questo strumento, ma insieme ad altri, Il palio di Legnano puo’ finalmente “uscire” dai nostri confini locali. Ci credo io, ci crede il “popolo” di ieri sera, ci crede la comunità.

Il Docufilm ed i tredici capitoli
L’amico e maestro Giancarlo De Angeli, ha dato un taglio “originale”, mutuando già nel titolo la “vision”: in 13 capitoli raccontare il Palio del Centenario, 13 sono i record di vittorie di alcune contrade al nostro Palio ( Contrada di Legnarello e contrada Sant’Erasmo).

E poi l’emozione. Far parlare i protagonisti. Si inizia con il capitolo 1 dove Il tributo a Chicco Clerici, mancato da un mese, era doveroso ed è stato apprezzato. Poi la testimonianza del “contradaiolo” centenario Mondini. Per passare agli eventi delle contrade: il battesimo dei nuovi contradaioli, passando alle prove dei vestiti curati dalla commissione costumi capitanata da Alessio Palmieri Marinoni con la selezione di nuovi manufatti “coerenti”. Spazio alla Veglia, sempre più emozionante, le cene propiziatorie, la SS Messa sul Carroccio, la Sfilata per le vie della città sempre circondata da novi cittadini-forestieri, lo spostamento al campo “G.Mari” ha avuto attenzione nei capitoli finali: dalle coreografie, alle batterie fino alla finale con la vittoria della Contrada Legnarello che ha portato a 13 le bande (compresa quella del Centenario). Insomma tredici capitoli che “scivolano” via e che rappresentano la nostra identità.

Chiusura con il botto del @rugbysound festival con la @deejaytimecelebration

Chiusura con il botto del @rugbysound festival con la @deejaytimecelebration

Non son riuscito a partecipare al concerto di chiusura della @deejaytimecelebration con i quattro mostri sacri Albertino, Fargetta, Mollella e Prezioso (e neanche i Cypress Hill dell’altra sera), ma grazie ad amici ed amiche,  fotografe/i, sono stato anche io a “ballare” a Legnano. Chiude la kermesse di 20 giorni con un bilancio positivo con una media di circa 7.000 persone a serata ( bilancio provvisorio), alberghi sold out, area street food presa d’assalto in tutte le sere…Grazie “ragazzi” del @rugbysound e al 2025!…

Placebo Wake up

Ultima settimana di @rugbysound
Il tempo di asciugare l’area dell’isola del Castello di Legnano da parte dei “ragazzi” del @rugbysound dopo il “diluvio” di domenica con il rinvio del Concerto di Cristina Davena, che giovedi tutto era pronto per la chiusura dell’edizione n. 24 dell’evento musicale principe dell’Altomilanese. Sul palco di sabato 13 a chiudere “Deejay Time Celebration” con i quattro mitici  Albertino, Fargetta, Mollella e Prezioso che hanno fatto ballare i circa 8000 convenuti da tutto il Nord Italia nonostante a San Siro Taylor Swift (Albertino ha “punzecchiato”: Deejay Time one more time, altro che che Taylor Swift”. ). Una serata “Revival” che ha coinvolto tutti con i grandi Mood degli anni della “disco” con riferimento anche alla nostra Movida della riviera quando si andava a pala con le musicassette sulle spiagge e si improvvisavano coinvolgimento e sana convivialità. E restando sul sentiment non posso non citare il ri-Torno di Punkreas, Dorezer, Vallanzaska di giovedi 11 dove, anche io ho “pogato”. Mentre venerdi 12, ho perso i Cypress Hill la band americana che ha dato valore alla internazionalità del festival insieme a Placebo,
Grazie  “ragazzi” del @rugbysound!

Subsonica – Scoppia la bolla

La ricaduta

Una delle ricadute, come più volte anticipato, è la valorizzazione del nostro territorio a livello di comunicazione ed immagine. Non posso non segnalare che i Placebo” erano all’Isola in una delle “solo” tre tappe in Italia. Cosi come pure i Cypress Hill, oppure Royksopp , oppure  Suicidal Tendencies e la special guest degli Agnostic Front  …Quindi l’internazionalità del festival, che grazie a Fulvio De Rosa di Shining Production, porta qui da noi i grandi artisti della scena internazionale. E poi “generazione” di nuova “accoglienza” e “Turisti musicali” con alcuni alberghi sold out.  Poi l’indotto con la permanenza sul territorio. Cito la presenza di un pubblico giovanile fin dalle 6.30 del mattino per Massimo Pericolo, oppure dal primo pomeriggio per i Placebo, ma anche per altri. E poi la presa d’assalto tutte le sere del Food District organizzato in collaborazione con @rugbysound con tanti tracks “regionali” e il nuovo partner Jameson oltre allo storico mastro “birraio” Balladin , E poi i partners della Kermesse a partire dal Gruppo Ceriani, vicini da sempre. Insomma la musica puo’ generare “indotto” e su questo, i ragazzi capitanati da Cristiano Bienati, dal presidente del @rugbyparabiago1948, Marazzini, ci sanno fare!

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Voglio tornare negli anni 90. Remake 883, Vasco, Tozzi…

Rugby sound prima parte: migliorata la sicurezza

La novità di quest’anno la “dilatazione”, ovvero inserire una pausa tra la prima e seconda parte del @rugbysoundfestival sta permettendo alla “macchina” organizzativa di respirare. Coprire 20 giorni è “stancante” per “tutti”, anche per i 200 volontari pronti a gestire14 serate intense con grandi musicisti italiani ed internazionali. Ecco che facendo un giro all’interno ed all’esterno, i commenti sono “positivi”. Senza dubbio, la sicurezza è al primo posto senza escludere la visibilità dell’evento(quest’anno anche il TG3 ne ha parlato), La sicurezza resta la difficoltà maggiore per l’organizzazione, includendo il “tavolo” composto da Forze dell’ordine e i “ragazzi” del @rugbysound capitanati da Cristiano Bienati, come “dichiarato” nella nostra intervista, è stata, piu che soddisfacente. Il numero crescente di ospiti provenienti da tutto il Nord Italia è stato circoscritto, ben indirizzato ed ha funzionato. Il resto è sotto gli occhi di tutti. L’unica criticità, facendo un giro in centro città e tra alcune attività commerciali, la necessità di coinvolgere maggiormente la città. Un’idea potrebbe essere, a detta di alcuni, fare la presentazione delle serate, prima del sound check, direttamente in Comune, ad esempio Sala Stemmi oppure in piazza San Magno predisponendo un’area dedicata per selfie, merchandise, o autografi. Non male. Da tener presente!

I concerti prima parte

Ho seguito alcuni concerti della prima parte, ovvero L’apertura con i Subsonica, che hanno entusiasmato non poco l’isola del Castello proponendo le hit dei loro 30 anni di attività musicale capitanati da Max Casali e Ensi. Poi i norvegesi Royksopp che da Tromso si sono catapultati fino all’Isola del Castello “aprendo” le Danze, insieme a distanza di qualche ora dei “Omini”… . Ho seguito poi i Placebo che con il loro “rock-pop” d’oltre Manica, sono arrivati a tutti, me compreso.

Coez e Frah Quintale, hanno chiuso, prima della “seratona” “Anni 90, la prima prima parte . Dicevo Coez una scoperta vederlo dal vivo e vedere i “ragazzi” che cantavano a squarciagola, ogni brano è stato davvero emozionante. E poi musica per tutti con gli i dj anni novanta che hanno fatto ballare proprio tutti, me compreso con i brani degli 883, Vasco, Tozzi ecc… (in contemporanea a San Siro).

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Coez&Frah Quintale “Missile”
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I concerti seconda parte

Come dicevo, non si puo’ seguire tutto. Ecco che con alcuni amici-colleghi son riuscito a coprire anche altri concerti che si sono susseguiti dopo il primo round.
A partire da Alborosie e gli Shengen Clan che si sono esibiti il 5 e che avevo avuto il piacere di ascoltare ed intervistare qualche anno faUn concerto che ha fatto ballare reggae a circa 5000 fan.

Poi Massimo Pericolo per i giovanissimi è stato un vero successo per questa edizione. Al punto che alcuni fan, sono arrivati al Castello di legnano alle ore 6.30 del mattino per aspettare l’apertura, alle 19 dei “varchi”. Una devozione, oserei dire, per quello che viene definito, a ragione, il più “rappresentativo della generazione Z”. Dal palco le sue “invettive” contro il “sistema”, le forze dell’ordine vengono cantate dai fan a suo di rap.
Infine, la chiusura di questa parte con la Zarro Night. Anche questa serata dedicata al Trash l’avevo già seguita in qualità di Past direttore di Sempione News . Insomma una seconda parte che ha accontentato proprio Tutti/e. Yeah!

Pubblicato “102” il nuovo album di Young Lazy: un viaggio nell’amicizia e non solo

Pubblicato “102” il nuovo album di Young Lazy: un viaggio nell’amicizia e non solo

E’ appena “uscito” il nuovo album del rapper “legnanese-doc”, Young Lazy, ovvero Giorgio Bignami che approfondisce i valori dell’amicizia, del “vivere” a Legnano al punto di “tatuarsela” sull’avanbraccio, segno indelebile del legame con la città e la voglia di riscatto. Una curiosità: Young Lazy ha coinvolto nel nuovo “102” l’amico rapper Wizzy Haze  e sua mamma Manuela Ferro, …Bella storia!…

“Moonlight”con Wizzy Haze

Il mio legame con Giorgio e Manuela

Giorgio, in arte Young Lazy lo seguo da quando ha mosso i primi passi. L’ho seguito nel mio ruolo di past direttore in www.sempionenews (che ringrazio per le foto) e con molto piacere ho seguito l’uscita del suo ultimo “102” (clicca qui per intervista https://www.youtube.com/watch?v=PEsZh5DEius ). Dal 2020 con il primo album Cape Canaveral (clicca qui) , poi nel 2022 quando ha pubblicato “Summer House”  ( clicca qui link ) dove ha affrontato temi del vivere in “provincia” sempre con spirito positivo coniugando la sua creatività, all’inno sul Legnano A.C. , la sua squadra del cuore, alla sua attenzione per Legnano (al punto di tatuarsela sull’avambraccio), di strada ne ha fatta.
La sua “lirica” da denuncia, tipica dei rapper, è diventata proposizione, come nel rapporto con Wizzy Haze oppure nel rapporto proprio con sua mamma e mia amica Manuela, che l’ha voluta nel suo album con la lettura-inserimento sulle note rap, della poesia “Malinconia Velata”. Non son riuscito ad intervistarlo di nuovo e per questo ringrazio la collega Laura Defendi che è riuscita ad averlo in studio. (link  il suo ultimo lavoro https://youtu.be/KH0v0CKYlKQ?si=txORGMwkC_oPu5NF )

Il nuovo album “102” di Young Lazy

Il suo ultimo lavoro “102” è una riflessione-proposizione del vivere in Provincia, richiamarsi ai valori “veri”, all’amicizia in particolare, agli spazi che vivono i “giovani” legnanesi, che spesso, per scelta o per mancanza, si “relegano” negli spazi di periferia come quelli dell’Oltrestazione, da dove Young Lazy, lancia le sue proposte. (e denunce)…
L’Oltrestazione diventa quindi lo sfondo dove si muove la musica di “102”, appena uscito, realizzato con l’amico e collega Wizzy Haze in circa un anno di “ricerca” e lavoro. Il loro rapporto, che trascende il mero approccio lavorativo, è tra le tematiche più importanti dell’album, “Molto concentrato sulla nostra amicizia“, afferma il giovane rapper, ma non per questo i brani rinunciano ad avere una visione più universale. Clicca qui per Moonlight https://www.youtube.com/watch?v=jvY4Vjfq8ng
Da segnalare la voglia di confronto “generazionale”, al punto che oltre a Haze, nel suo “102” ha coinvolto anche mamma-Manuela. Cosa dire…è avanti….
(per i video guarda il suo canale Yt https://www.youtube.com/channel/UCryZC8dYJBVEAac8cI5ujfA/videos)
Invito a cliccare i link e a diffondere. Questi sono esempi positivi…Grazie Giorgio!

“Sully e Duchane” con Hazzy Laze e Manuela Ferro
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