Interessante il convegno: “20 anni con Casa del Volontariato organizzato al Leone da Perego. Ho seguito la nascita della “casa” fin dall’inizio e con l’avv. Rizzoli ci siamo confrontati e l’ho intervistato più volte sul ruolo della “Casa” e come essere presente e visibili sul territorio. Con piacere ho risentito questi discorsi stamani ed ho avuto il piacere di rivedere belle persone che si prodigano per il benessere (e la bellezza) della nostra comunità…(foto di Dario Croci con gratitudine) #legnano #milano #iviaggidienzo #lorenzoradice #casadelvolontariato #terzosettore #simonebrusatori @iviaggidienzo
Il Convegno“20 anni con Casa del Volontariato”
Ho partecipato al convegno “20 anni con Casa del Volontariato” per festeggiare, “insieme” questo splendido traguardo per “essere” comunità. Il convegno ha avuto eccellenti ospiti (per la cronaca lascio ai miei esimi colleghi) introdotti dal presidente Simone Brusatori . Dopo il saluto istituzionale del sindaco Lorenzo Radice e dell’assessore al sociale e benessere Anna Pavan,Salvatore Forte, presidente della Fondazione Comunitaria del Ticino Olona Onlus che ha parlato di “legami, Reti e Sinergie”. Carla Facchini, presidenteAssociazione Nestore “Il Volontariato ha rafforzato la crescita della comunità mutuando il passaggio dai fiori alle farfalle, per concludere con il giovane Davide Cara che ha intrattenuto su “La comunicazione social(e)nel terzo settore che ruolo possono giocare i giovani” (tesi di laurea). Quello che mi è piaciuto dell’impostazione sono state alcuni valori: – La voglia di spendersi per la comunità, il ruolo del volontariato imprescindibile per questa nostra società, del prendersi cura dell’altro(generalmente più debole), dalle basi poste dal fondatore avv Rizzoli (con il quale ci siamo intrattenuti nella mia esperienza di past direttore di Sempionenews) i presidenti che si sono succeduti hanno fatto crescere la “casa” (attualmente 48 associazioni), il passaggio generazionale, ovvero i giovani che stanno entrando. E questo fa ben sperare… (vedi intervento di Davide Cara).
La casa del Volontariato: la storia
La Casa del Volontariato e del Terzo Settore, fondata dall’avv Rizzoli 20 anni fa da un incontro fortuito tra i Lions che a Monza, dove ha partecipato anche Ercole Gorlini, scoprirono dell’esistenza della “Casa”
La casa del Volontariato è un’associazione di secondo livello nata nel 2004 che comprende oltre 40 associazioni provenienti da Legnano. Una grande rete di amicizia e di conoscenza al servizio del Volontariato e della cittadinanza. Dispone di due sedi di proprietà del Comune di Legnano, in comodato gratuito.
È componente della Consulta Volontariato Comune di Legnano e aderisce al Forum Terzo Settore Alto Milanese. Tra le principali attività si segnalano le funzioni di rappresentanza con le Istituzioni del territorio, la promozione di forme di collaborazione tra le Associazioni Opportunità di spazi di aggregazione sociale e servizi, il supporto di Segreteria alle Associazioni e iniziative di sensibilizzazione su temi sociali, colloqui di orientamento al volontariato e adesione in qualità di partner a progetti di valenza sociale.
La casa del Volontariato: i progetti
Una svolta, ha raccontato Monica Nardiello, è stato il nuovo sito e la comunicazione. Nel nuovo sito abbiamo catalogato i servizi , che vanno dall’’apertura di sportelli dedicati alle problematiche sociali, alle fragilità e alle dipendenze. Abbiamo anche distribuito dei voucher. Un’altra “azione” è di lavorare sui giovani e le scuole. Ad esempio ogni anno realizzaiamo “Estate gentile” dove i giovani delle scuole superiori si prodigano per gli anziani soli per rendere loro servizi ma anche per “confortarli”. Sempre con le Scuole grazie a Cristina, stiamo operando nel settore materne, infanzia e primarie. L’idea è di gettare un seme dove cresce poi il volontariato. Poi abbiamo organizzato le Giornate del Volontariato, partecipatissime in piazza San Magno, più recentemente abbiamo dato il nostro contributo attivo alla Civil Week e lavorato nel passaggio al terzo settore, grazie anche al supporto del dott. Lazzarini, che purtroppo ci ha lasciati. Grazie alla civil-week sono entrati circa 20 giovani. “Poi, ricordo le tante serate a tema, per affrontare di volta in volta gli argomenti privilegiati da ciascuna associazione, i concerti prenatalizi con importanti cori, che hanno sempre partecipato gratuitamente.
La casa del Volontariato: i protagonisti Un pensiero a chi ha messo le fondamenta fino all’attuale compagine. Dal primo Presidente Mario Rizzoli (Lions Host) dal 2004 è subentrata Mabi Capocasa (Aiutiamoli) 2010 – 2016. Poi il passaggio di testimone a Monica Ciardiello (Auser Ticino Olona) 2017 -2019. Poi Rosa Romano (Auser Ticino Olona) 2020- 2022; Monica Ciardiello 2022 -2024.
Presidente in carica Simone Brusatori, del Lions Club Carroccio. Con lui, nel consiglio direttivo la vicepresidente Rosa Romano (Auser Ticino Olona), la segretaria Maria Grazia Tosi (Milly) (A… per non dimenticare) la tesoriera Fatima Mendoza (El Condor) e i consiglieri Elide Aiello (Coop. La Mano), Daniela Mantegazza (Casa della Carità), Antonio Tola (Laboratorio di quartiere Mazzafame). Il collegio dei probiviri è composto da Monica Ciardiello (Auser Ticino Olona), Silvana Cezza (Lilt), Francesca Fusina (Anffas).
La casa del Vlontariato: il futuro
A fine della giornata ho avuto il piacere di intervistare il presidente Simone Brusatori ed il giovane volontario Davide Cara. Dalla soddisfazione dell’incoming president Brusatori è emerso la voglia di “Continuare a fare rete, ad essere presenti sul terrirorio ad essere a disposizione della comunità. Chiaramente dobbiamo “coinvolgere anche i giovani” che con il loro linguaggio siano in grado di “sdoganare” il concetto superato del volontariato solo per “anziani”.
E il mio piacere è aumentato nell’intervistare Davide Cara, che è proprio un volontario giovane ed ha presentato la Tesi di laurea : La comunicazione social(e)nel terzo settore che ruolo possono giocare i giovani” (tesi di laurea). Davide ha dichiarato: “Noi giovani grazie alle comunicazioni, ai social, possiamo invertire la rotta e coinvolgere più giovani in questa attività, che prima di tutto fa crescere noi e chiaramante la nostra comunità”. La Casa ha un futuro…
Siamo ri-tornati ad Ivrea per la seconda volta in tre mesi. I Motivi. E’ vicina dalla nostra casa di Andorno Micca ( e 104 km da Legnano), E Patrimonio Unesco come Città Industriale del XX secolo, ha delle bellezze artistiche-architettoniche straordinarie come Il Castello, Il Duomo. Ha il Carnevale, si sta preparando in questi giorni all’evento di fine febbraio per la battaglia delle Arance, che divisa in rioni ( come le nostre contrade del #paliodilegnano…), rievoca la vittoria dei “popolani” verso la tirannia. Ed ha, a pochi km, bellezze naturali come il lago Sirio, il Lago Candia, la pianura del canavese… @ivrea #castelloivrea #duomoivrea #iviaggidienzo #lagosirio #palazzogarda #legnano #carnevaleivrea #paliodilegnano
Visita ad Ivrea
Nel percorso di “Segnalatore-Ambassador” di città di Provincia, un posto rilevante merita Ivrea. Ci siamo ritornati a distanza di pochi mesi perché merita. Non posso non segnalare la sua posizione “strategica” tra Milano e Torino ed a soli 104 km da Legnano. Ma anche e soprattutto le sue bellezze artistiche e naturali. A partire dal patrimonio industriale che l’hanno individuata come Sito Unesco ovvero “ Città Industriale del XX secolo” per la materializzazione, attraverso scelte architettoniche e urbanistiche, del pensiero illuminato e unitario di Adriano Olivetti (al pari di Villaggio Crespi a Crespi d’Adda ecc). E poi il Centro Storico diviso tra la parte alta – medioevale (Castello, Duomo) e la parte” bassa” sei-settecentesca-savoia ( si apprezza passeggiando con il Comune, il Palazzo Garda (ora sede di eventi culturali dove a ottobre abbiamo visitato “Olivetti: ArtDesign”). Ma non solo, appena metti piede fuori città, la bellezza del canavese con altri castelli, il Lago Candia ed il bel lago Sirio “incastonato” tra la Serra Morenica e la Pianura. Ed ora pronta a celebrare il “Carnevale di Ivrea”( fine febbraio – primi di marzo 2025) noto a livello nazionale per la “battaglia” delle arance con la città divisa, proprio come a Legnano, in rioni-contrade. Spiace per lo spreco ma i valori iniziali della Rievocazione del Palio-Carnevale, erano che il popolo si è ribellato alla tirannia imbastendo proprio una battaglia dove i “proiettili” sono arance..
La Città IndustrialePatrimonio Unesco
“Ivrea Città Industriale del XX secolo” Patrimonio Unesco dal 2018, rappresenta, nel panorama italiano e mondiale, un modello atipico di città industriale moderna. Diversi elementi concorrono alla sua costruzione: la presenza dell’Olivetti e l’azione di Adriano Olivetti che crea un terreno fertile di idee e di scambi con le culture del lavoro internazionali coeve; le riflessioni sulle ricadute della produzione sul territorio elaborate dai tayloristi sociali degli anni Trenta; le idee sulla città funzionale proposte nei primi Congressi Internazionali di Architettura Moderna; la proposta comunitaria elaborata da Olivetti nel secondo dopoguerra; la felice congiuntura economica che investe la fabbrica tra il 1954 e il 1958; l’introduzione di discipline come la psicologia e la sociologia applicate direttamente alla conoscenza e al miglioramento della produzione; l’introduzione di tecniche urbanistiche innovative nella pianificazione della città e del territorio e la visione della cultura come elemento di modernizzazione sociale.
Ivrea rappresenta, dunque, il possibile modello di sviluppo, fondato sulla collaborazione tra capitale e lavoro, tra lavoratori e imprese, alternativo a quello tradizionale. E questo sentiment si respira in città
Il Castello Savoia di Ivrea- LA STORIA
L’imponente Castello di Ivrea, situato nella parte alta della città è chiamato da Giosuè Carducci castello “dalle rossi torri”. Il poderoso edificio – a pianta quadrata con vasto cortile e rafforzata agli angoli da slanciate torri cilindriche, fu costruito nel 1358 su committenza di Amedeo VI di Savoia per scopi difensivi. Il complesso in cui fu inserito comprendeva le sedi principi del potere politico e religioso di stampo medioevale: Il Comune, il Capitolo vescovile e la Chiesa. Sensibilmente modificato negli anni successivi, dal 1750 al 1970 l’intera struttura è stata usata come carcere ed è stata spogliata di tutti i preziosi arredi.
Alla fine del 2017 è stato trasferito definitivamente in proprietà all’amministrazione comunale con l’iter del federalismo culturale. La riqualificazione del Castello rientra inoltre in un più ampio progetto per lo sviluppo del turismo che coinvolge l’intero sistema dei beni culturali epoerdiesi. Mi piace il fatto che x le visite guidate il Comune di appoggia alla Cooperativa Katala’ fatta da giovani. Ottima idea per i giovani.
Il Duomo – Santa Maria Assunta
Ho abbiamo visitato diverse cittadine e la visita al Duomo di Ivrea rappresenta una tappa imprescindibile. Costruito nel mille circa, si caratterizza per la sua modernità e tendenza passando dal medioevo, al cinquecento, seicento e fino al 1700 con le attuali impressioni neoclassiche (esterno) e via via a ritoso apprezzando la riscoperta Cripta con i “cuniculi” originali e gli affreschi “strappati, ma ancora in ottimo stato (1200-1300) .
La cripta fu realizzata in momenti diversi. La parte più antica, di influenza carolingia, è caratterizzata da un andamento anulare, con un tipico gioco di volte a crociera sostenute da snelle colonnine e capitelli tronco-conici. La parte più recente della cripta (XII e XIII secolo) si distingue per i capitelli a motivi vegetali o zoomorfici e le decorazioni parietali. Vi sono infatti affreschi di epoche differenti, alcuni di gusto tardo-romanico, altri tardo-gotico; tra i soggetti rappresentati vi sono due Santi guerrieri, San Gaudenzio, una Annunciazione e un’opera attribuita a Giacomino da Ivrea raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Cristoforo e Antonio Abate; infine si segnala la rappresentazione di altri episodi di vita mariana, scoperti durante la campagna di scavo degli anni novanta del Novecento
Lo Storico Carnevale di Ivrea tra storia e leggenda Lo Storico Carnevale di Ivrea è un evento unico, riconosciuto come manifestazione italiana di rilevanza internazionale, un “sogno” che si manifesta ogni anno portando nelle vie e nelle piazze della città di Ivrea storia, tradizione, spettacolo, emozioni e grandi ideali. Un evento in cui storia e leggenda si intrecciano per dar vita ad uno spettacolo che travalica e fonde i secoli, in cui i protagonisti assoluti sono la Vezzosa Mugnaia, eroina della festa, simbolo risorgimentale di libertà, il Generale con il suo Stato Maggiore Napoleonico, il Sostituto Gran Cancelliere, il Podestà garante della libertà cittadina, il Corteo con le bandiere dei rioni, come le contrade del Palio di Legnano, rappresentati dagli Abbà ed i Pifferi e Tamburi. A riempire di colori e profumi la città, vi è poi la famosa e spettacolare Battaglia delle Arance, momento di grande coinvolgimento e forte emozione, rievocazione della ribellione popolare alla tirannia. In segno di partecipazione alla festa tutti i cittadini ed i visitatori, a partire dal giovedì grasso, scendono in strada indossando il Berretto Frigio, un cappello rosso a forma di calza che rappresenta l’adesione ideale alla rivolta e quindi l’aspirazione alla libertà, come fu per i protagonisti della Rivoluzione Francese.
Biella oltre per la sua natura, per le sue eccellenze, sta tornando alla ribalta nazionale, per chi non lo sapesse, per la sua attenzione alla cultura . E’ il caso della mostra “Steve MC Curry. Uplands&Icons” allestita nei suoi due “attrattori-poli” ovvero Palazzo Ferrero e Palazzo Gromo al “Piazzo”. Denuncia, Testimonianza, contraddizioni negli scatti del grande Maestro ti “portano” dentro le foto e ti senti coinvolto. E Biella dista solo 101 km da Milano (75 circa da Legnano!)… #biella #stevemccurry #uplands&icons #palazzoferrero #palazzogromo @palazzoferrero #iviaggidienzo #biella #legnano
La Mostra “Steve MC Curry. Uplands&Icons”
La mostra che avevo perso a #milano, ho avuto il piacere di “rincorrerla” e vederla nella “mia” #biella, al Piazzo, il centro storico-medioevale dell’ex-città del tessile (a parte, ora, x la lana dei Zegna). E’ suddivisa su due Spazi ideali e fisici: a Palazzo Gromo circa 100 foto sulle “Terre Alte”, ovvero gli altipiani del Tibet, dell’Afganistan, della Mongolia, del Giappone ecc, dove Steve Mc Curry ha catturato luoghi e personaggi in simbiosi con gli spazi enormi che li circondano, con “compostezza”, senza alzare mai la voce. Si evince in modo chiaro, qui, la sua testimonianza che si trasforma in me ed in noi occidentali in denuncia. Denuncia verso quell’ambiente che ormai è lontano da noi. Poi ci si sposta a Palazzo Ferrero, qui pochi scatti, circa una ventina, concentrata sull’uomo, sulla sua condizione umana e sociale. Qui le foto che il National Geographic ha fatto girare per il mondo. Come la “ragazza” dagli occhi verdi. Mai esasperazione, ma dignità!. Forse questo è il valore che più mi ha colpito. Bello ed economico il catalogo(25€)
Le Uplands – Terre Alte per Steve MC Curry La prima tappa del percorso è a Palazzo Gromo. Questo spazio espositivo non è nuovo ad accogliere grandi mostre. Lo scorso anno ha ospitato “Bansky &Co”, quest’anno continua, secondo me, il tema della denuncia attraverso le foto delle “Terre Alte” (del resto Biella con le sue prealpi, è il luogo adatto a questo evento). È allo spirito della Montagna, alla sua sacralità, ai suoi paesaggi oltre che a quello dei suoi abitanti, che è dedicata Steve McCurry. Uplands, curata da Biba Giacchetti, che ripercorre i viaggi di McCurry nelle alte terre, dall’Afghanistan al Tibet, dalla Mongolia al Giappone, dal Brasile alla Birmania e poi Filippine, Marocco, Yemen; oltre 100 immagini che spaziano dalle sue prime missioni afgane alle più recenti tappe della sua instancabile esplorazione del mondo, come la Mongolia e l’Antartide. Un racconto che è fatto di paesaggi sconfinati, di volti segnati animati da sguardi intensi, di coltivazioni estorte alla terra, di simbiosi tra popoli e animali che assumono talvolta ruoli determinanti per garantire l’umana sopravvivenza. E si fa fatica a passare da una “scena”(scatto) ad un’altra, perché nel passaggio siamo ancora avvolti, emotivamente, dalla scena precedente. “il rispetto per quanto ci circonda, per la natura ancora incontaminata, e per i popoli della montagna”, uno dei “valori” trasmesso da Steve, nei bei video ad inizio e fine percorso. Mi associo.
Le icons
Nel mondo Steve Mc Curry, è conosciuto per le sue “Icone” veicolate attraverso il National Geographic nel tempo(dagli anni ottanta ad oggi). Sono quelle che ci hanno avvicinato. Alle sue foto più conosciute e rappresentative, alle sue Icons, è poi dedicata la parte di mostra allestita a Palazzo Ferrero, con immagini straordinarie, tra cui il famoso ritratto della ragazza afgana dagli occhi verdi, scattato del 1984 in un campo profughi di Peshawar, che ritrae Sharbat Gula. La foto diventata simbolo globale della condizione dei rifugiati colpisce per lo sguardo intenso e penetrante della giovane, alla quale poi McCurry non ha mai fatto mancare il sostegno, aiutando lei e la sua famiglia nel 2021 a scappare dall’Afghanistan. Percorrendo la mostra, altri scatti denunciano la condizione umana attraverso visi, ma anche “il lavoro” duro nel quale è “costretto” l’uomo. Si evince, sempre in MC Curry, un fascino estremo, il tempo dilatato, il silenzio, uno stile di vita che oscilla tra pericolo e risorsa in luoghi distanti per geografia, accomunati da una struggente bellezza. E’ il caso del Minatore che fuma dopo aver “scavato” per giorni, oppure i Mongoli avvolti nei loro cappelli, moppure il relax di un bimbo addormentato su una mucca in un reciproco “piacere”. E…ancora tanto altro. Da non perdere!
INFO:
Orari di apertura
Mercoledì e giovedì 15.00-19.00 Venerdì, sabato e domenica 10.00-19.00
8 e 26 dicembre, 1° e 6 gennaio, 20, 21 e 25 aprile, 1° maggio 10.00-19.00
Nicola Gagliardi è stato strappato alla vita a 80 anni. Ho avuto il piacere di frequentarlo perché inizialmente amico e collega di sua moglie Rosella Moscatelli. E poi i confronti in famiglia Legnanese, i suoi interventi ai Rotary e Lions fino alle sue creature: Le Guglie del Duomo del quale era referente per la Veneranda Fabbrica. Nei suoi discorsi/desideri: I giovani e come preparare la “transizione”. Grazie a Lui ho visitato le famose Cave di Candoglia… La sua storia
La Notizia
Sono stato raggiunto dalla dipartita dell’amico, scultore, visionario Nicola Gagliardi in vacanza. Brutta notizia!. Ero amico di sua moglie Moscatelli ed abbiamo lavorato al I.S. Maggiolini di Parabiago. Nicola, nelle occasioni di festeggiamenti era sempre presente. Come presente era alle iniziative della Famiglia Legnanese. Era un privilegio e piacere stare a Tavola con lui. Cosi anche durante le presentazioni organizzate dagli amici dei Rotary o Lions(clicca qui) dove lui presentava le sue creature, ovvero le Guglie. Tra le varie esperienze professionali senza dubbio quella con la veneranda Fabbrica del Duomo è stata quella più di impatto e non vedeva occasione per raccontarla ad amici, conoscenti, soci di questa o quella organizzazione. Poi in qualità di past direttore di Sempione News ho avuto il piacere di intervistarlo diverse volte, sia in redazione, sia el suo laboratorio. E li che il rapporto si è consolidato al punto di presentargli Rebecca, mia figlia, per uno stage (lei ha fatto Scultura a Brera!). Il suo cruccio: “i giovani fanno fatica ad entrare in questo mondo. C’è tanto sacrificio e la comunicazione banalizza troppo” mi ha “confessato. Tra i tanti ringraziamenti: aver interceduto con la Fabbrica per la mia visita esclusiva, insieme al fotografo/amico Sergio Banfi, alle cave di Candoglia, da dove tutto è partito per estrarre , dagli anni 1000, il marmo/rosa delle originali guglie del Duomo. Grazie Nicola … (articolo qui)
Nicola Gagliardi, (1944 – 2025) era diplomato all’Accademia di Brera nel 1967. Subito dopo, si dedicò a tempo pieno alla scultura, la quale si divise in due filoni: uno dedicato alla produzione di opere proprie, l’altro alla copia di sculture per fini di restauro e tra queste l’ importante impegno con la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano
Dal 1984 Gagliardi collabora con la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, per la quale realizza repliche di statue e bassorilievi che l’inquinamento e il tempo hanno deteriorato in maniera irreparabile.
Innumerevoli le sculture realizzate nel suo laboratorio, al Vallo di San Vittore, tra le sue più importanti opere realizzate si ricorda il restauro del Monumento al Guerriero della Battaglia di Legnano di Enrico Butti, del 1989; suo anche il busto dedicato all’Ingegner Guido Sutermeister. Ultimo suo lavoro, per la città di San Vittore Olona, la riproduzione dell’atleta della Cinque Mulini, inaugurata nel 2024, e installata all’ingresso del paese, sul Sempione. “Scolpire il Cielo”(edito da Edizioni Et.) è il frutto delle esperienze di Nicola Gagliardi in cui sono stati raccolti e catalogati i suoi lavori. Il suo sogno nel cassetto: realizzare una statua dedicata a Giuseppe Verdi. Caro Nicola la realizzerai da lassù, ne sono certo!
Il nostro viaggio ad #aosta e precisamente a #sarre è terminato. Portiamo dentro i valori di una terra accogliente che ci ha offerto per questo periodo, ma vale tutto l’anno,: arte, cultura, svago e natura. Sono grato a Ornella per l’ospitalità e di averci dato “dritte” da chi conosce ed è nato qui … #aosta #sarre #fortedibard #lavallèè #cogne #lillaz #courmayer @iviaggidienzo #iviaggidienzo #enzomari #legnano #milano
ARTE
Le coincidenze aiutano a rendere gradevole ed accogliente un luogo e a “farne” un ”tuo” luogo del cuore. (per la verità io ne ho un po’…ma l’Italia è cosi ricca di bellezza).Sta succedendo anche per la Valleè.
Abbiamo trascorso le vacanze invernali a #sarre, a 4 km da #aosta e questa città con i suoi dintorni offre tanto. Ebbene siamo arrivati qui con la mostra in corso di Gianfranco Ferrè, “Dentro l’obiettivo” a Forte di Bard. Circa circa 90 opere artisti di fama mondiale che ha proposto opere, capolavori del “Pret a porter” sin dall’inizio della carriera del maestro gentiluomo (vedi articolo qui) In contemporanea nelle sale adiacenti del bel Castello di Bard, la Mostra Emilio Vedova “Questa è pittura”. Un manifesto con circa 40 opere esposte dove il maestro indiscusso della pittura italiana informale del Novecento, capace di esprimere l’insofferenza e la rabbia nei confronti del conflitto umano attraverso la pittura, denuncia la crisi del tempo dall’ambiente alla meccanizzazione spinta, alla Guerra. “Questa è pittura”, curata da Gabriella Belli, espone in maniera esaustiva le fondamentali tappe della sua produzione artistica, dalle prime opere figurative al puro gesto informale, realizzando opere di pura “poesia” tra gesto e materia.
CULTURA E STORIA
Ho avuto il piacere di essere ospite ad @aosta altre volte. Ogni ritorno rappresenta una nuova scoperta. Agli edifici di culto/religiosi come la Collegiata di Sant’Orso, la Cripta, la prepositurale di San Lorenzo, si sono aggiunti i Fori e La cattedrale di Santa Maria Assunta. Anche perchè le abbiamo visitato di sera. Un’atmosfera unica, profonda emozionante. Come le opere esposte nell’atrio della cattedrale, oppure la cripta. Insomma da visitare. Cosi pure i Fori. Un salto nell’Aosta Romana con i suoi simboli (vedi porta Praetoria). (vedi articolo completo) E poi la scoperta: le vie della fede. Si tratta di un percorso con l’introduzione del Prevosto di #aosta che presenta le varie Chiese della Vallèè.. Ad esempio abbiamo scoperto, a Sarre, la Chiesa di San Maurizio oppure la chiesa di Chesallet – Saint-Eustache (due piccole chiese risalenti al XI-XII secolo legate alla presenza dei Benedettini del priorato di Ginevra dove spiccano i campanili entrambi maestosi con “Trifore”, dipinti e statue lignee, tenute in ottimo stato). Ultimo, il Castello di Aymavilles. Dopo il #castellodisarre, #castellodisaintpierre ecco il Castello – Fortezza tra medioevo e barocco nel borgo di Aymavilles (vedi articolo qui)
SVAGO
La #valleè è stata sempre una regione di sport natura,e divertimenti. Quest’anno abbiamo deciso di passare le vacanze approfittando delle proposte si culturali, ma anche di svago. In particolare abbiamo approfittato dei “mercatini artigianali” dei maestri della Valleè e non solo. E poi il Capodanno in piazza. Cira i Mercatini, in piazza Chanox mercatini ricchi, differenziati, a prezzi “abbordabili” dove l’accoglienza l’ha fatta da padrona. In particolare le “casette” opportunamente addobbate, hanno offerto assaggi, come gli alpini aderenti all’A.N.A.(Associazione nazionale Alpini) che hanno dato, in cambio di offerta minima, vin brulè, succo di mele caldo. E poi frittelle di mele(la prima volta che l’assaggiavo: bone) Chiaramente le vie del passeggio di Aosta, invitano anche a “scoprire” i bei negozi e ristoranti che si snodano tra le viuzze, i fori romani, la porta Praetoria fino alla porta d’Augusto. Circa il Capodanno: quest’anno abbiamo scelto di passarlo in piazza jardin de la Vallèè ovvero la nuova piazza dell’Ateneo valdotaine. E la scelta è stata vincente. Buona musica con i Carisma Band, Poi Dj Set di Roy e Mellons. Alle 24 del 2024 è scoppiato il festeggiamento vero con balli, baci, brindisi e gli attesi fuochi pirotecnici. Ripeto gli auguri: “Che il 2025 sia un nuovo “viaggio” per tutti voi…”.
NATURA
La valleè è simbolo di natura, di sport, di bellezza da sempre. E quest’anno abbiamo cercato di scoprire anche nuove realtà ed eventi. Ad esempio Cogne o Lillaz. A Cogne, complice anche il bel tempo, abbiamo approfittato per fare un giro al Borgo scoprendo la Chiesa di sant’Orso. Una chicca tardobarocca che domina tutta la Valle. ma anche alla scoperta di “localini” originali dopo aver fatto esperienze sulle innevate piste di sant’Orso. E qui ci siamo tornati con la mia “family” estesa, ovvero la visita di Ricky con fede e Ilenia. Insieme a Donatella abbiamo passato una bella giornata di svago, giocando con il nipotino. Per un giorno siamo tornati bimbi attratti dallo “stupore” come proprio il nostro “Ricky”…Grazie! E poi la scoperta delle cascate di Lillaz. Le ho sempre visitate d’estate, ma vedere ora la piccola località meta di alpinisti, scalatori che arrivano da tutta Europa, per “scalarla”, mi/ci ha riempito di gioia. Non puoi andare via da Aosta senza fare un salto a Courmayer. E anche qui visita alla Prepositurale, passeggiata per le vie del centro con sosta “Obbligatoria” da mario, la pasticceria centrale per assaggiare i marron glassè un momento “paradisiaco