Elio Germano al Tirinnanzi  nel “Paradiso XXXIII”, magnifica interpretazione nella “contemplazione”

12 Gen 2024

Magnifica interpretazione di Elio Germano al Teatro Tirinnanzi, semi vuoto, che comunque nulla ha tolto alla rappresentazione di “Paradiso XXXIII”, anche grazie alle musiche ed effetti di Teho Teardo. Il viaggio di Dante verso la contemplazione. L’evento mi da’ l’opportunità di esprimere il mio pensiero …

Paradiso XXXIII Elio Germano – Musiche di Teho Teardo.

Paradiso XXXIII

Contemplare. Contemplare la bellezza, contemplare l’Universo, contemplare Beatrice, contemplare- raccontare “la somma meraviglia”.  Forse si può fare solo questo, davanti ad una bellezza così elevata e misteriosa da far apparire piccoli, limitati, inadeguati ogni parola, ogni linguaggio, ogni raffigurazione umana… È il sentimento che prova Dante Alighieri nel XXXIII canto del Paradiso, al cospetto di Dio, dell’eterno, dell’indicibile. Ma il poeta non può tacere quel mistero, deve provare a dire l’indicibile, a raccontare l’irraccontabile . E inizia il viaggio verso la contemplazione, percepita dalla magnifica e decisa interpretazione di Elio Germano alla rappresentazione di “Paradiso Canto XXXIII”. Le emozioni ed il coinvolgimento sono stati rafforzati grazie alle musiche e agli effetti “psicadelici” e a volte accecanti, di Teho Teardo, compositore e sound designer. Insieme alle note di Laura Bisceglia al violoncello e Ambra Chiara Michelangeli al violino e l’ottima regia di Ferrari-Helbaeck, Il gruppo capitanato da Germano, ha convinto i pochi spettatori in sala del teatro.

Rispetto per i cittadini-spettatori

Partendo dalla considerazione precedente, spiace vedere il teatro Tirinnanzi semi –vuoto. La causa deriva dall’assegnazione della stagione 2023-2024, e non solo. Senza entrare nelle polemiche dell’assegnazione del contratto biennale tra le due società di gestione dell’enterteinment (ne hanno già parlato bene i quotidiani locali a partire da Il Giorno, Legnano News, Malpensa 24, Sempione News), con il risultato evidente di allontanare spettatori dal teatro e dagli eventi culturali. Dispiace che una città come Legnano non possa usufruire di uno spazio culturale “certo”, “alternativo”  con una programmazione univoca e che tenga conto della voglia di cultura che esiste in città, con particolare riferimento anche agli abbonati. Insieme alla mia amica Rosella, ed atri amici amanti di teatro, auspichiamo che questa annosa vicenda possa essere risolta per il bene del teatro, per il bene del gestore, per il bene degli spettatori, per il bene della cultura…e , non ultimo, per il bene della città.

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