Gressoney tra natura e cultura

6 Ago 2023

Ho visitato Gressoney dopo il Sacromonte di Oropa di Biella: incantevole sempre con i suoi prati e la straordinaria Chiesa di San Giovanni Battista… e poi tante esperienze fuori porta.

Ho visitato Gressoney ed in particolare la Chiesa Prepositurale di San Giovanni Battista che con il suo “tardo” barocco e le colonne in stile valdostano si presenta al visitatore in modo grandioso ed elegante nel contempo…Poi un giro al borgo…e per finire un ape a Viverone.

Sono arrivato a Gressoney da Biella dalla statale di Borgofranco ed attraversando una comoda “galleria” adiacente alla Fonte Guizza, ho raggiunto Gressoney. Lo sapevate dell’esistenza di questa Galleria che ti permette di passare dal Piemonte alla Valle d’Aosta in un “baleno”?
Altrimenti, ci sarebbe stata un’altra alternativa, raccontatemi dai valleggiani biellesi, raggiungere il Lago della vecchia a piedi e poi da li scendere a Gaby in Valle d’Aosta in meno di 5 ore?

Io ho preferito la “variante” molto ma molto suggestiva ed in men di 45 minuti ho raggiunto la destinazione Gressoney. Dopo colazione in centro, dove ho apprezzato alcuni dipinti, non come Perloz o Issime…ma…si va alla Chiesa di San Giovanni Battista, dove i dipinti saltano all’occhio e ti coinvolgono. Seguitemi…

La facciata principale della chiesa è caratterizzata dall’ampio tetto a due spioventi che la protegge interamente. Si dice che anticamente fosse tutta dipinta come quella di Perloz e Issime.
Un omaggio alla regina Margherita di Savoia. Lo sapevi che nel 1928 fu collocato il busto della regina Margherita, in memoria del fatto che durante i suoi 36 anni di villeggiatura a Gressoney la stessa soleva recarsi qui a messa ogni domenica percorrendo a piedi il sentiero che oggi si chiama “passeggiata della Regina”.

Gli Interni:

L’interno si presenta grandioso ed elegante. Alla navata principale si affiancano le due navate laterali separate con colonne monolitiche in granito. Il soffitti sono a volta a vela e dipinti da Giovanni Stornone nel 1818 sulla base di quelli del 1500.I dipinti sono semplici e narrano storie religiose.

Il pittore Nino Pirlato chiamato a restaurare i dipinti nell’anno 1955 modificò le originarie decorazioni in stile classico delle lesene (cornici geometriche e foglie d’acanto) e dei cornicioni introducendo ornamenti con motivi di conchiglie in stile neobarocco, e sostituì il grande dipinto di San Giovanni (seicentesco) che medita nel deserto sopra l’altare e i due medaglioni laterali con quelli ancora visibili oggi.

Fanno scena i due altari: quello maggiore e quello minore. A me è piaciuto quello minore dove ho intravisto del barocchetto “tedesco”.

L’altare maggiore in marmo a diversi colori proviene dall’antica chiesa di San Francesco di Ivrea che fu soppressa dalle leggi napoleoniche nel 1812. Dei gressonari della famiglia De La Pierre l’acquistarono per farne dono alla loro chiesa nel 1818. Sopra l’altare, durante i periodi liturgici di San Giovanni e di Natale vengono poste quattro statue settecentesche raffiguranti Maria, san Giuseppe, Elisabetta e Zaccaria. Sopra l’altare si trova una grande tela raffigurante san Giovanni Battista che medita nel deserto e i due medaglioni laterali (questi dipinti furono sostituiti con altri analoghi durante l’intervento di Pirlato. La Parrocchia possiede anche una reliquia di San Giovanni portata qui dalla Germania nel primo ottocento da un altro parrocchiano.

Gli altari minori

Vi sono altri quattro altari laterali: notevole per la composizione plastica quello del S. Rosario, in legno intagliato e in gran parte dorato, con la statua della Madonna al centro che reca la data del 1662 circondata da 14 cornici contenenti le raffigurazioni dei misteri del Rosario. Il mistero dell’Annunciazione è raffigurato in proporzioni più grandi in alto. Le altre due statue che raffigurano S. Domenico e Santa Caterina sono recenti e realizzate dallo scultore valdostano Siro Viérin perché le originarie sono state rubate nel 1975.

Anche gli altri altari risalgono al settecento e costituiscono dei pregevoli esempi di scultura lignea policroma. Quello nella navata destra è dedicato a san Sebastiano, e ai lati troviamo san Grato e san Lorenzo Martire, mentre in alto c’è san Giuseppe col bambino.

Nella navata di sinistra si trovano invece gli altari dedicati a sant’Antonio con san Grato e san Pantaleone, e quello dedicato a santa Caterina tra sant’Anna e san Giuseppe.

I banchi

Caratteristici i banchi in legno di larice settecenteschi con le testate scolpite che richiamano motivi bavaresi. In quel tempo la Baviera era luogo terminale dei commerci attuati dai Gressonari e alcuni rami di famiglie vi presero anche la residenza.

L’esperienza è continuata facendo un giro al borgo, apprezzando le bontà tipiche valdostane.

Non ci si puo’ non fermare all’emporio centrale e non assaggiare la Fontina d.o.P. fatta dai “casari” del posto. Oppure non assaggiare ed acquistare la “mocetta” . La mocetta è un tipico salume valdostano, preparato con la coscia di vacca invecchiata secondo l’antico metodo di salagione e conservazione, dicono i valdostani. Si fa solo con le parti più magre, per questo è ideale anche nelle diete, oltre che essere molto gustosa e aromatica.

E poi oltre agli insaccati, ho trovato il “Bombardino” ovvero liquore all’uovo fatto in valle. In Lombardia è noto come “Fil de fer”…utilizzato e bevuto in compagnia in inverno.

E dopo aver dato il contributo, colazione e pranzo con prodotti tipici, “Polenta concia”, Stinco, castagne imbevute nel miele, e far girare “l’economia”, si riprende la strada del ri-torno a Biella (Andorno Micca).

Sosta a Fontainemore, con la bellissima chiesa e l’esplosione dei colori dei fiori (A Gressoney esiste un vero e proprio concorso), aver visto l’orrido, la buca del Lys, si riprende la provinciale passando da Borgofranco, poi da Ivrea, città industriale del XX secolo che le è valso il riconoscimento di città patrimonio Unesco grazie al museo Olivetti, si giunge a Viverone. Bagno d’obbligo nel lago in concomitanza anche del IX° campionato Italiano di WaterFestival 2023 con l’emozionante gara dei bolidi d’acqua che ha concluso la ricca giornata fuori-fuori porta.

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